BLUE
Parte 4: SORGE
di FABIO VOLINO

 

Quando il mondo intero ti crolla addosso, quando tutto quello in cui credi si rivela essere falso non sai mai come reagire. Anzi, il più delle volte ci si abbandona alla disperazione. Sì, deve essere davvero brutto scoprire che ad esempio la persona che più amavi al mondo è uno spietato assassino oppure che le idee ed i valori che ti sono stati insegnati appartenevano a persone spregevoli. Sì, nessuno vorrebbe mai che simili cose accadessero, eppure tutti noi almeno una volta nella vita dobbiamo affrontare questa esperienza. E a seconda di quanto grave è il capovolgimento della tua realtà agisci di conseguenza. Puoi rialzarti metaforicamente in piedi, gettarti alle spalle tutto il marcio della tua vita e ricominciare, con nuovi stimoli e nuove prospettive. Oppure puoi cedere al dolore ed alla disperazione, incapace di accettare il cambiamento, morendo dentro. Una delle cose peggiori che possa capitare ad un uomo. Sfortunatamente una cosa del genere è appena accaduta ad Hector Ayala.
“No, mi dio. No es possibile. No, mi dio. No es possibile” continua a mormorare da circa un minuto, riverso in ginocchio al suolo.
“No, Dio non c’entra proprio nulla in questo caso” dice Mr. Blue, alias Awilda Ayala, alzandosi dal suo trono posto accanto ad un portale dalla forma circolare “Dio non mette becco nelle nostre faccende”. Si avvicina ad Hector e lo prende tra le sue braccia, accarezzandogli i capelli come farebbe una sorella protettiva, poiché è questo ciò che è Awilda Ayala. “Fratello mio, che bello ritrovarci dopo così tanto tempo. Sono stato in un luogo buio, non ho mai visto la luce di cui parlano tante persone… poi però qualcuno mi ha tirato fuori da quella oscurità. Dio non si preoccupa di te quando non sei più su questo mondo, i demoni invece sì: ecco perché spesso cediamo al nostro lato oscuro. Ovvero il nostro lato migliore”.
Awilda lascia la presa e Cardiac le si para davanti. “Dannata strega, che cosa gli hai fatto?” grida.
Lancia una raffica dalla sua staffa, ma la donna la blocca a mezz’aria, poi la rispedisce al mittente. Eli Wirtham viene proiettato all’indietro, vicino al luogo dove sta infuriando la battaglia tra il Dr. Strange e gli altri adepti della setta dei Figli di Satannish.
“No… non capisco” dice Cardiac “Perché la Tigre Bianca non reagisce? Sembra aver perso ogni volontà”.
“Vi avevo avvertito di non avvicinarvi, siete stati degli sconsiderati” si lamenta il Dr. Strange mentre si difende dai vari attacchi mistici “Quella donna è sua sorella… ma non è più la persona che ha conosciuto, adesso è profondamente malvagia”.
“Sua sorella?” esclama un incredulo Cardiac rialzandosi “No, tutto questo non è possibile. Una sorella non farebbe accusare suo fratello di omicidio, non lo metterebbe più volte in una situazione da cui dipende la propria vita… Non lo accetto”.
“E invece è così. Te lo ripeto, quella donna non è più la persona che era un tempo”.
In quel momento alcuni Figli di Satannish decidono di dedicare la loro attenzione al vigilante dal costume blu, che si trova costretto a difendere. “Ed ora?” si interroga.
“Se sei un credente, prega il tuo dio” gli consiglia Stephen Strange.

All’esterno.

I sistemi dell’armatura di Annex sono stati modificati dai tecnici del Project Sabbath per lanciare e difendersi da attacchi di natura mistica, ma anche loro hanno dei limiti. Alex Ellis cerca di evitare per quanto può gli assalti dei Figli di Satannish, ma non riesce a sfuggire ad un vile colpo alle spalle.
“Ski, quei rinforzi sarebbero molto graditi” dice rialzandosi faticosamente in volo.
“Sono in arrivo, Annex” lo rassicura Sokolowski “Resisti solo altri pochi minuti”.
“Amico, qui io non resisterò altri dieci secondi quindi…”.
L’eroe si blocca quando nota l’arrivo sulla scena di una goffa ma possente figura, che crea lo scompiglio tra i Figli di Satannish.
“Non per fare lo schizzinoso, ma speravo in qualcosa di meglio” commenta Annex.
“No, non lo abbiamo mandato noi quello. Non lo riconosci? E’ l’Uomo Cosa!”.
“Fammi indovinare, era nell’opuscolo introduttivo?”.
“Sì, dovresti leggerlo un giorno di questi”.
Colui che un tempo si faceva chiamare Ted Sallis si avvicina ad uno dei Figli di Satannish, il quale alla sua vista si fa prendere immediatamente dalla paura. La creatura della palude lo afferra per un braccio. E chiunque provi paura brucia al tocco dell’Uomo Cosa! Cosa che puntualmente capita allo sfortunato adepto. I suoi confratelli, di fronte alla vista del corpo in fiamme, prudentemente si danno alla fuga. Ma l’Uomo Cosa non bada loro, la sua attenzione è concentrata sul globo di luce che è librato in aria davanti ai suoi occhi rossicci. Il globo entra nella caverna oscura la cui entrata era prima protetta dai Figli di Satannish, illuminando la via: la creatura della palude lo segue senza porsi interrogativi, del resto non ha mai dubbi esistenziali. Annex ha solo qualche istante di esitazione, poi decide di seguire a distanza di sicurezza l’Uomo Cosa.

Covo dei Figli di Satannish.

“Fratello” dice Awilda Ayala “Grazie per il dono che ci hai fatto, tra poco Satannish comparirà su questo piano. La sua venuta sarà annunciata dallo sterminio di quattro città, tante quante sono le fiale di gas nervino di cui siamo entrati in possesso: poi questo mondo verrà ricreato, non ci saranno più ingiustizie o discriminazioni, ci sarà solo la legge di Satannish”. La Tigre Bianca non replica. “Grazie ancora, fratello mio”.
Agitando le sue mani, Awilda fa librare in aria Hector, fino a che i suoi polsi vengono bloccati da delle manette. Non che lui avrebbe lottato per liberarsi, comunque. Poi dalla gemma posta attorno al suo collo inizia a fuoriuscire una strana materia cremisi: è l’energia mistica da lui accumulata nel corso delle sue peripezie. Dai primi, facili scontri contro Annex e Mace fino alle lotte mortali contro D’Spayre e l’Agente Smith. Una immensa quantità di energia, che va ad alimentare il portale dimensionale, che manifesta la sua approvazione con una sorta di strano mormorio, mentre delle onde gialle compaiono al centro.
“Solo pochi minuti e Satannish sorgerà” pensa con soddisfazione Awilda Ayala “Eppure c’è qualcosa di strano, avverto una insolita energia mistica, diversa da tutte le altre, provenire dal Cristallo della Conquista. Comunque che importanza può avere quando questo mondo sta per essere rimodellato?”.
Il Dr. Strange si ritrova, come spesso gli è capitato in passato, a dover prendere una difficile scelta: ha dimezzato la forza d’attacco dei Figli di Satannish ed il vero pericolo risiede altrove. Però se intraprende questo corso di azione lascia Cardiac scoperto agli attacchi dei componenti della setta: tuttavia sente che il vigilante è in grado di badare a sé stesso. Dunque con uno scatto improvviso si allontana dalla lotta e prova ad andare verso la Tigre Bianca, ma sulla sua strada si para Awilda Ayala.
“Ovviamente ho sentito parlare di te, Strange. Prima che il nostro sciocco leader Asmodeus uscisse dai giochi di potere per via della sua eccessiva ambizione, non faceva che raccontarci i suoi passati scontri con te: era di una noia mortale. Sappi che anch’io padroneggio le arti mistiche: non sarò a te superiore, ma di certo ho il potere di trattenerti quei minuti necessari perché il portale sia caricato delle energie mistiche necessarie e Satannish arrivi su questo piano”.
“Sei una pazza” accusa Strange lanciando il primo assalto mistico “Non hai idea di cosa stai facendo”.
“Al contrario, mago” ribatte Awilda parandolo “Lo so perfettamente”.
Cardiac è troppo preso dalla sua lotta contro i Figli di Satannish, Strange è impegnato in una strenua battaglia, Annex e l’Uomo Cosa sono troppo lontani e la Tigre Bianca ha perso ogni desiderio di lottare: tutto sembra perduto. Eppure nella concitazione del momento nessuno ha fatto caso ad un’esile figura, che grazie ad un’altura ora è a poca distanza da Hector Ayala: il suo nome è Philip Masters, forse è un uomo morente, di certo è un Burattinaio. Tende la mano verso il Cristallo della Conquista, ma non riesce ad arrivarci.
“Lascia perdere, è inutile” lo esorta la Tigre Bianca, che finalmente ritrova la forza per parlare.
“No, non è affatto inutile” protesta il criminale “Se riesco a fare a pezzi quella cosa… devo farcela”. Ma ben presto la speranza muore in lui. “Niente, non ce la faccio. Tu perché non fai niente? Hai resistito al mio potere e poi alla prima difficoltà ti arrendi?”.
“La mia vita è stata rivoltata come un calzino, probabilmente non potrò mai più tornare quello che ero prima… tutto quello che volevo era mettere le mani addosso al responsabile, al cabron che mi aveva fatto questo. E poi scopro che è mia sorella: il suo volto è cambiato, la sua voce è più profonda, il suo modo di atteggiarsi è totalmente diverso… però so che è lei. La persona che più ho amato al mondo si è rivelata la causa della mia rovina, ma nonostante ciò non avrei mai il coraggio di farle del male. Chiamami codardo, ma io mi fermo qui”.
“Uccideranno mia figlia!” grida il Pensatore “E si porteranno via mezzo mondo. Anche un criminale incallito come sono io trema di fronte a loro e si comporta in modo disperato. Io vi conosco, eroi, so come pensate: la morte di tante persone innocenti non vi lascia indifferenti, vi sentite obbligati ad intervenire”.
“Forse sono già morto dentro”.
“No, ed il fatto che tu abbia detto forse e mi stia rispondendo ne è la prova. Aspetta un secondo…”. Il Burattinaio dà le spalle ad Hector e per un paio di minuti agita febbrilmente le sue mani. Poi torna a rivolgersi alla Tigre Bianca:”Ecco, ho modellato una statuetta con le tue fattezze: posso liberarti da quelle manette che non sono di natura mistica, poi però toccherà a te… fate quelle cose che solo voi eroi siete in grado di fare. Io… alla fine sono io il vero codardo”.
Poco dopo Hector è libero dalle manette e precipita a terra. Inizialmente non reagisce, quasi volesse che la caduta gli spezzasse il collo, poi il suo istinto di sopravvivenza ha la meglio ed atterra come il più agile dei felini. Dal suo amuleto continua a fuoriuscire la strana materia cremisi, che sta alimentando il portale dimensionale da cui Satannish farà il suo trionfale ingresso. La Tigre Bianca ne avverte la profonda malvagità: ed il suo sguardo dunque si concentra sul Dr. Strange e sua sorella, talmente impegnati nella loro lotta da non essersi accorti della sua liberazione. Così invece non è per due Figli di Satannish, che gli vanno incontro, ma vengono prontamente fermati dalle scariche di Cardiac.
“Perfetto, Tigre, ti sei liberato” esulta Eli Wirtham “Forza, aiutami, questi tizi sembrano inarrestabili”.
Ma lo sguardo di Hector è ancora perso su sua sorella. “Perché mi hai tradito, Awilda?”.

“Hector, cosa ti è successo?”.
Il piccolo si asciuga le lacrime. “Dei ragazzi… mi hanno chiamato sporco portoricano e ti hanno offeso. Mi sono arrabbiato e li ho pestati, ma loro erano tanti e…”.
“Hector, non devi ascoltare quelle persone: sono solo invidiose. Non hanno quello che abbiamo noi”.
“Ma siamo poveri. Loro sono ricchi”.
“Non parlo del denaro. Vieni qui, abbracciami, poi ti curerò quei brutti lividi”.

La Tigre Bianca comincia ad avanzare, i suoi occhi sempre fissi su sua sorella. Uno dei Figli di Satannish lo attacca, ma lui senza degnarlo di uno sguardo lo centra con un violento pugno al viso e se ne libera. “Perché mi hai tradito, Awilda?”.

“Maledetti cabron!”.
“Hector, calmati. Cosa ti è successo?”.
“I capoccia dell’ESU: vogliono cancellare i corsi serali dell’università. Ed io non posso pagare la normale retta. Vogliono discriminare quelli come me, delle classi sociali meno fortunate di altri. Tutto a favore dei bianchi. Ma gliela farò pagare, in qualche modo: domani c’è una manifestazione di protesta”.
“Hector, ti prego, non fare sciocchezze di cui poi ti pentirai. Sei appena stato scagionato da un’accusa di omicidio, non metterti di nuovo nei guai. Fallo per me”.
“Cercherò di stare attento, sorella. Ma non avrò mai pace per quei vermi che cercheranno di fregarmi nella vita”.

Finalmente Hector arriva di fronte a sua sorella, ancora impegnata nello scontro con Strange. “Perché mi hai tradito, Awilda?”. Stavolta lei lo sente.

“Awilda, sono tornato a casa. Devo dirti una cosa importante. Awilda? Awilda! NO, chi ti ha fatto questo? Maledetto, chiunque tu sia ti ucciderò!”.

La Tigre Bianca salta contro sua sorella ed i suoi artigli le graffiano la faccia, ma Awilda trattiene il dolore. Nello slancio l’eroe la stringe al petto e la sbatte con quanta più violenza al suolo, ma lei sembra non avvertire nulla. Con una raffica mistica la donna si libera di suo fratello ed indietreggia, erigendo davanti a sé degli scudi protettivi. Ma tale è la rabbia, oseremmo dire la pazzia, della Tigre Bianca che quegli scudi vengono distrutti con dei semplici pugni, pugni carichi di potenza mistica. E l’eroe si avvicina sempre più alla sua persecutrice. Strange osserva la scena con preoccupazione, teme che la Tigre Bianca stia per compiere un gesto di cui si pentirà per sempre, ma nemmeno lui è certo di poterlo fermare ora.
Hector compie un altro balzo, a mani aperte, ma Awilda le afferra ed inizia a stringerle in una morsa d’acciaio.
“Sei uno sciocco, fratello, ti stai opponendo al cambiamento” dice lei.
“Non me ne importa nulla delle vostre stupidaggini” ribatte lui “Mi importa solo di me stesso. Ti ricordi? Una volta ti dissi che non avrei avuto remore contro i vermi che avrebbero rovinato la mia vita… ho appena scoperto che questa mia regola non ha limiti, vale anche per i miei familiari. Sei una dannata strega, non meriti di vivere”.
Ma la presa di Awilda è davvero salda e lentamente costringe Hector a mettersi in ginocchio. “Non mi sembra tu sia nella posizione di dettare le regole, idiota. Sono molto più forte di te”.
“Questo è quello che ti ho lasciato credere. In realtà volevo solo che tu ti mettessi in posizione”.
“Ma cosa…?”.
“Ora!”.
Dura un secondo, ma è lungo come un’eternità. Riecheggia il suono di uno sparo e Awilda, che ha abbandonato ogni difesa mistica per contrastare suo fratello, viene trafitta al petto, poco sotto il cuore. Il suo viso esprime incredulità ed orrore prima che la sua bocca inizi a sputare sangue.
“Non posso crederci” boccheggia tra un conato e l’altro “Hai ucciso me… tua sorella”. Poi crolla definitivamente al tappeto.
“Tu non sei mia sorella” ribatte Hector Ayala, che poi si toglie il Cristallo della Conquista. “Strange!”.
L’amuleto viene lanciato in aria ed il Mago Supremo, con un potente colpo mistico, lo distrugge ponendo fine all’emissione di energia. Di fronte a questa vista i Figli di Satannish lanciano come un grido collettivo e svengono all’unisono, come se i loro sogni fossero stati infranti nello stesso istante. Rimane solo una strana nuvola nera, che rimane sospesa in aria come un presagio di disgrazia.
La Tigre Bianca indietreggia, mentre il suo insolito aiutante avanza per vedere i frutti della sua opera. “Che cosa?” esclama Gideon Mace “Ma questa è… no, impossibile”.
“Rassegnati, Mace, questo non è il mondo delle possibilità. Ed ora… vuoi ancora uccidermi?”.
“S… S… S…” il sibilo di Awilda Ayala, miracolosamente ancora viva, paralizza tutti. “So… Sorge”.
“Sorge?” ribatte Mace “Cosa sta blaterando?”.
“No!” grida Hector volgendosi verso il portale, il quale ribolle ancora di energia mistica.
“Non siamo riusciti a fermare il processo in tempo” aggiunge Strange.
“Ehi, aspettate. Questo cosa vuol dire?” chiede Cardiac.
E’ Awilda a rispondergli, anche se forse in modo involontario. “Satannish sorge”.
E fuori dalla caverna gli adepti dei Figli datisi alla fuga esclamano:”Satannish sorge”.
Ed a Miami Pratt e Smith, imprigionati con l’accusa di essersi spacciati per agenti federali, mormorano nelle loro celle:”Satannish sorge”.
E dalla loro prigione dimensionale Lord Nekron e Asmodeus gioiscono:”Satannish sorge!”.
Una mano demoniaca ed inumana fuoriesce dal portale. Sì, Satannish sorge.

CONTINUA...

PROSSIMAMENTE

L'ultimo flashback

Note dell'Autore: Ho sempre provato una strana forma di simpatia per l'Uomo Cosa e quando mi è possibile inserirlo in una storia lo faccio. Lo scrittore che lo ha maggiormente valorizzato è stato Steve Gerber, l'unico in definitiva a non dipingerlo solo come "una creatura muta che vaga per le paludi della Florida", peccato che in Italia nulla si sia visto di tutto questo. Da sempre l'Uomo Cosa viene paragonato allo Swamp Thing della DC Comics, un po' perchè è stato creato nello stesso periodo un po' perchè tutti e due sono creature della palude. Ma le similitudini terminano qui: il guardiano mistico Uomo Cosa è infatti come tipo di personaggio molto diverso dalla creatura elementale descritta da Alan Moore. La differenza non è solo che uno parla e l'altro no. Sinceramente sarebbe come paragonare Howard The Duck a Paperino (cosa? La Disney lo ha fatto ed ha intentato causa? Non mi stupisce che abbiano perso).
Spero un giorno di poter dedicare finalmente uno spazio personale all'Uomo Cosa, magari in una delle nostre serie antologiche. Per il momento accontentatevi di queste sue ospitate speciali.